narice

Narice

Che cos’è la narice?

La narice è l’orifizio esterno dell’organo olfattivo degli animali, per la quale passa l’aria inspirata per essere riscaldata, o raffreddata nelle regioni molto calde (in ogni caso, la zona nasale si comporta come uno scambiatore termico).

Le narici sono degli elementi attivi per numerosi sistemi funzionali e anatomici:

  • odorato;
  • filtrazione dell’aria, grazie a una peluria interna e al muco secreto da apposite ghiandole che permettono di imprigionare certi corpi estranei (che possono essere espulsi tramite uno starnuto riflesso);
  • regolazione termoidraulica dell’aria, funzionando proprio come uno scambiatore termico e partecipando inoltre alla termoregolazione del cervello, anche negli esseri umani;

Le narici appaiono di un colore più freddo nelle fotografie scattate nell’infrarosso. Il tabacco, la caffeina e i vasocostrittori accentuano il raffreddamento di questa zona e diminuiscono la loro irrorazione sanguigna.

Casi particolari
  • Le narici dei suidi (cinghiale, pecari…) e di alcuni animali fossori (talpa), pur essendo molto sensibili, sono costituite da un tessuto molto solido e si rigenerano rapidamente. Il cinghiale può così arare facilmente il terreno e la lettiera per trovare il cibo.
  • Trasformato in proboscide, il sistema naso-narice dell’elefante consente all’animale di portare il cibo alla bocca, di pompare acqua con cui bagnarsi o addirittura fare una sorta di «snorkeling» mentre nuota.

Le narici sono costituite da materiale carnoso che aderisce alle cartilagini alari (ali del naso). Contengono dei tessuti muscolari che le permettono di dilatarsi o di chiudersi (più o meno a seconda della specie). Si parla di «narice ossea» per designare il foro che nello scheletro corrisponde alla narice esterna.

Nei cetacei (si parla allora di sfiatatoio) e nei rettili anfibi, le narici si sono spesso spostate più in alto sulla testa nel corso dell’evoluzione, e possono chiudersi ermeticamente per impedire all’acqua di entrare nei polmoni (apnea).

Le narici sono generalmente vicine al cervello, ma in alcuni animali (elefanti e, forse, alcuni dinosauri) possono esserne molto distanti. Sono ipersviluppate nella scimmia nasica (Nasalis larvatus).