Turbinoplastica

Turbinoplastica

Turbinoplastica

La turbinoplastica è un intervento chirurgico finalizzato alla riduzione dei turbinati, strutture all’interno delle cavità nasali che svolgono un ruolo importante nella regolazione del flusso d’aria e nel riscaldamento e umidificazione dell’aria inalata. I turbinati, suddivisi in inferiori, medi e superiori, possono aumentare di volume (ipertrofia dei turbinati) a causa di allergie, infiammazioni croniche, infezioni o altri fattori. Questo ingrossamento può causare difficoltà respiratorie, ostruzione nasale, mal di testa, russamento e, nei casi più gravi, disturbi del sonno come l’apnea ostruttiva. La turbinoplastica mira a ridurre il volume dei turbinati, permettendo così una migliore respirazione.

Quando è indicata la turbinoplastica?

La turbinoplastica è indicata nei casi in cui l’ipertrofia dei turbinati non risponde ai trattamenti medici tradizionali, come l’uso di spray nasali a base di cortisone, antistaminici o decongestionanti. Quando i sintomi persistono e compromettono la qualità della vita, il medico può suggerire la turbinoplastica come opzione chirurgica per migliorare il flusso d’aria e alleviare la congestione nasale. Le persone affette da riniti allergiche croniche o da sinusiti croniche spesso sono tra i candidati più comuni per questo tipo di intervento.

Tecniche di turbinoplastica

Esistono diverse tecniche di turbinoplastica, che variano per invasività e modalità di esecuzione. Alcune delle più comuni includono:

1. Turbinoplastica parziale: Consiste nella rimozione parziale del tessuto del turbinato, riducendone il volume senza comprometterne la funzione di filtraggio e riscaldamento dell’aria. Questo intervento viene eseguito con strumenti chirurgici tradizionali.

2. Turbinoplastica con radiofrequenza: In questo caso, viene utilizzata l’energia a radiofrequenza per ridurre il volume dei turbinati. La radiofrequenza viene applicata attraverso una sonda inserita nel turbinato, causando una riduzione del tessuto mediante una lieve bruciatura interna. È una tecnica minimamente invasiva, con tempi di recupero brevi e un minore rischio di sanguinamento.

3. Turbinoplastica con laser: L’uso del laser consente di ridurre il tessuto ipertrofico con grande precisione, utilizzando calore per ridurre il volume dei turbinati. Anche questa tecnica è minimamente invasiva e comporta un tempo di recupero ridotto.

4. Turbinoplastica submucosa: In questa tecnica, il chirurgo rimuove o riduce il tessuto interno dei turbinati senza danneggiare la mucosa esterna. In questo modo, la funzione dei turbinati viene preservata e il flusso d’aria migliora senza alterare la struttura esterna del turbinato. È particolarmente utile per pazienti con ipertrofia marcata.

5. Turbinoplastica totale: In rari casi, quando il volume dei turbinati è gravemente ipertrofico e altre tecniche non sono sufficienti, può essere necessaria la rimozione totale del turbinato. Tuttavia, questa procedura è poco comune e viene eseguita solo quando strettamente necessario, poiché la rimozione totale può influire negativamente sulla qualità della respirazione.

Turbinoplastica: Procedura e preparazione

Prima dell’intervento, il paziente viene sottoposto a una visita approfondita per valutare la situazione dei turbinati e la struttura delle cavità nasali. Vengono eseguiti test diagnostici, tra cui la rinoscopia e talvolta una TAC dei seni paranasali, per escludere la presenza di altre patologie. La procedura viene eseguita in anestesia locale o generale, a seconda della tecnica e delle condizioni del paziente. Durante l’intervento, il chirurgo accede ai turbinati attraverso le narici, senza necessità di incisioni esterne. La durata varia da 20 a 60 minuti, in base alla tecnica utilizzata e alla complessità del caso.

Turbinoplastica: Recupero post-operatorio

Il recupero post-operatorio della turbinoplastica è generalmente rapido, soprattutto con le tecniche minimamente invasive come la radiofrequenza e il laser. Dopo l’intervento, è normale avvertire una lieve congestione nasale e una sensazione di naso chiuso, dovuta alla presenza di gonfiore e di eventuali tamponi che possono essere rimossi entro 24-48 ore. Il paziente può avvertire un leggero fastidio o dolore, che può essere alleviato con analgesici prescritti dal medico.

Durante il periodo di recupero, è fondamentale seguire alcune indicazioni per facilitare la guarigione, tra cui:
– Evitare attività fisica intensa per almeno una settimana,
– Utilizzare spray salini per mantenere pulite le cavità nasali,
– Evitare ambienti polverosi o fumo di sigaretta,
– Seguire eventuali terapie antibiotiche o antinfiammatorie prescritte.

Turbinoplastica: Rischi e complicanze

La turbinoplastica è generalmente sicura, ma come ogni intervento chirurgico presenta alcuni rischi. Le possibili complicanze includono:
– Infezioni: Anche se rare, possono verificarsi infezioni che richiedono un trattamento antibiotico.
– Sanguinamento: Un lieve sanguinamento è comune nelle prime ore, ma raramente richiede interventi medici.
– Secchezza nasale: In alcuni casi, la riduzione eccessiva del tessuto del turbinato può causare secchezza delle cavità nasali e difficoltà nella respirazione.

Turbinoplastica: Benefici a lungo termine

Per chi soffre di congestione nasale cronica, la turbinoplastica può migliorare notevolmente la qualità della vita. Il miglioramento del flusso d’aria aiuta a respirare meglio, riduce il russamento, e migliora il sonno. Inoltre, allevia sintomi come cefalee ricorrenti e difficoltà respiratorie, riducendo la necessità di farmaci decongestionanti. La turbinoplastica rappresenta una soluzione efficace per migliorare il benessere respiratorio, soprattutto per chi ha provato trattamenti conservativi senza successo.

Leggi anche:
Cos’è l’ipertrofia dei turbinati?
Patologie del naso: i 10 problemi più comuni